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Affiliata a: F.I.S.S. (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica) - E.F.S. (European Federation of Sexology) - W.A.S. (World Association for Sexual Health)
Associazione Italiana Sessuologia Psicologia Applicata
A.I.S.P.A.

Presidente dr. Roberto Bernorio 
Presidente onorario prof. Willy Pasini 

Conflitti relazionali e problemi sessuali maschili

 

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Conflitti relazionali e problemi sessuali maschili

La risposta sessuale umana deriva dal coinvolgimento di fattori biologici, socioculturali e psicologici. Quindi la disfunzione sessuale va considerata come un disordine multidimensionale nel quale la perturbazione di una delle componenti potrebbe coinvolgerne altre con effetti negativi sulla qualità di vita, sulle relazioni interpersonali e sull’umore. La deteriorazione della relazione di coppia è stata associata all’indebolimento delle funzioni sessuali maschili, in particolare rispetto alla disfunzione erettile(DE). Inoltre molti dati suggeriscono che una riduzione dell’attività sessuale a causa di una relazione di coppia insoddisfacente potrebbe contribuire all’impoverimento della vascolarizzazione del pene e alla riduzione dei livelli di testosterone: per questo nei soggetti che presentano disfunzione erettile va valutata la qualità del rapporto di coppia. Gli elementi stressanti possono derivare anche da contesti esterni alla coppia, come stress sul lavoro, tensioni economiche e conflittualità nell’intero nucleo familiare (spesso correlata a disturbi psichici e a comportamenti a rischio) che si può manifestare attraverso aggressioni fisiche e verbali, critiche continue, moti di rabbia e discussioni ricorrenti. Lo scopo del presente studio italiano, condotto da Valentina Boddi, Egidia Fanni Giovanni Castellini, Alessandra Fisher, Giovanni Corona e Mario Maggi dell’Università di Firenze e delle Aziende Sanitarie di Firenze e Bologna, è quello di valutare le possibili associazioni tra disfunzioni sessuali maschili e relazioni conflittuali sia di coppia che familiari. Per fare ciò sono stati intervistati 3,975 pazienti maschi utilizzando l’intervista strutturata per disfunzione erettile (SIEDY) al fine di identificare e quantificare problematiche di ordine organico e difficoltà relazionali con l’attuale partner. Il conflitto tra i partners e la famiglia viene invece investigato attraverso due domande “Ci sono conflitti a casa?” e “C’è una difficoltà relazionale con la partner? Ci sono frequenti litigi? Vi evitate?” alle quali seguono le possibili seguenti risposte: 0= una relazione normale; 1= ci sono discussioni occasionali; 2= ci sono spesso o sempre delle discussioni. Ai pazienti è stato chiesto di compilare anche un questionario per lo screening di disfunzioni mentali (MHQ) attraverso cui, su pazienti non psichiatrici, è possibile verificare la presenza di ansia, fobia, tratti ossessivi-compulsivi, somatizzazioni, sintomi depressivi o isterici/ istrionici. Tutti i pazienti hanno completato la valutazione con dati riguardanti la pressione del sangue, la circonferenza della vita, il peso e l’altezza. I risultati evidenziano che il 16,3% dei pazienti riporta di avere occasionalmente litigi in famiglia e il 4,8% di averli frequentemente; il 24% riporta conflitti di coppia occasionali mentre l’8% di averli frequentemente. Ansia e depressione sono stati correlati con entrambi i tipi di conflitto mentre la tendenza a somatizzare era prevalente nei soggetti che riportavano conflitti familiari, invece sintomi istrionici/isterici erano prevalenti nei soggetti che li riscontravano all’interno della coppia. La presenza di tensioni tra la coppia e in famiglia è associata con un più alto rischio di DE soggettivo ed oggettivo; inoltre gli autori definiscono che i conflitti in famiglia, ma non in coppia, sono associati alla riduzione del flusso sanguigno nel pene, mentre il calo di desiderio non è associato alla presenza di conflitti. Le discussioni in famiglia sono invece associate all’ eiaculazione precoce, mentre una relazione di coppia conflittuale in assenza di conflitti familiari mostra un più alto rischio di relazioni adulterine. Infine se da una parte la presenza di entrambi i tipi di conflitto è associata a mancanza di intimità sessuale, dall’altra una relazione di coppia scarsamente soddisfacente è correlata all’uso di alcol, tabagismo e droghe e a una condizione di vita familiare stressante. Il funzionamento negativo della relazione è direttamente e indirettamente legato a problematiche a carico delle seguenti aree: umore deflesso, bassa qualità delle abitudini di vita, difficoltà a carico del sistema cardiovascolare, endocrino, immunologico, neurosensoriale e altri meccanismi psicologici. I conflitti all’interno della famiglia e della coppia possono essere considerati i principali fattori che possono prolungare ed esacerbare un problema sessuologico. Anche l’associazione della mancanza di intimità sessuale presente in entrambi i casi diviene fattore contestuale alla disfunzione sessuale maschile che può diventare un problema cronico e può limitare così la sessualità.

Uno dei risultati più importanti dello studio è l’associazione tra entrambi i tipi di conflitto e la disfunzione erettile soggettiva ed oggettiva. I livelli di ansia indotti da stress differenti e dall’ ostilità di coppia e familiare possono provocare limitazione dei pensieri erotici e inibire la risposta sessuale maschile, che a sua volta induce alla contrazione dei muscoli lisci cavernosi.

Commento

Da questo interessante studio emergono dati utili alla riflessione sulla complessità dell’eziopatogenesi della disfunzione erettile: la qualità delle relazioni di coppia e familiari per una sana vita sessuale dell’uomo risultano essere fondamentali. Sebbene questo dato sia conosciuto viene più frequentemente indicato come valido per la donna, l’uomo viene scarsamente riconosciuto come sensibile a fattori relazionali. Inoltre questo studio presenta già al suo interno la problematica relativa alla difficoltà degli uomini a confidare le loro problematiche a causa di retaggi e preconcetti culturali che prevedono l’uomo come “forte”, “razionale” e “poco attento all’affettività”. Questo aspetto, ancora vivo nella nostra società, limita il genere maschile nella dichiarazione di difficoltà affettive e ciò ci può far ipotizzare come, in realtà, la percentuale dichiarata di presenza di conflitto nella coppia e familiare sia sensibilmente più elevata di quanto non riportino i risultati ottenuti. Le difficoltà relazionali possono determinare nell’uomo vissuti di aggressività come l’assunzione di stupefacenti che probabilmente non si manifesterebbero se la conflittualità fosse espressa in modo costruttivo e non distruttivo. Concludendo appare quindi necessario abbandonare vecchie false credenze come quella sopra riportata per cui l’uomo è insensibile all’affettività; in aggiunta è doveroso che lo specialista agevoli l’uomo nell’esplicazione di conflittualità relazionali di coppia e familiari attraverso un’anamnesi accurata di queste al fine di strutturare un lavoro preciso ed efficiente per il paziente che porta disfunzioni sessuali, in modo particolare la disfunzione erettile.  

Giulia Fastame

Psicologa e consulente sessuale

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